Un trifulau e
un naturalista
Carlo ed Edmondo
Un incontro casuale

Carlo

Edmondo
Carlo Marenda, albese, 33 anni. Fin da bambino si avvicina al mondo dei tartufi, quando ogni tardo autunno, Aldo, un caro amico di suo padre, lo accompagna nelle sue prime ricerche nei boschi vicino a casa.
Questo è per Carlo l’inizio di una passione che, conclusa l’adolescenza, il motorino, le prime fidanzate e il lavoro, riesplode all’età di 23 anni. Un collega gli offre la possibilità di utilizzare il cane da tartufi del padre da poco scomparso.
Dopo un paio di stagioni complicate, dedicate a prendere confidenza con il cane, a conoscere i posti e a trovare i giusti ritmi, nel 2010 si rivela fondamentale l’incontro con l’anziano Trifulau Giuseppe Giamesio, in arte Notu, discendente di una famiglia conosciuta dagli inizi del ‘900 nell’ambiente dei tartufi.
“Notu” era uno dei cercatori più particolari delle Langhe che, dapprima con un po’ di diffidenza, cerca di capire chi sia questo ragazzo giovanissimo, che diversamente dai suoi coetanei, va in giro per boschi con passione.
Superata questa fase di diffidenza e studio iniziale, i due diventano grandi amici e spesso Carlo viene invitato da Giuseppe presso la sua abitazione: nascono avvincenti discussioni e racconti, domande e spiegazioni dettagliate sulle tecniche, piccoli trucchi legati ai cani ed al loro addestramento.
L’anziano trasmette al giovane la cultura ecologista del trifulau spiegandogli che i boschi devono essere curati, le piante tartufigene tutelate e che il cercare tartufi non è sinonimo di facile guadagno.
Giuseppe era solito recarsi alle manifestazioni e ai raduni di trifulau con un simpatico cartello appeso al collo, sul quale erano riportate alcune frasi inerenti la tutela e la salvaguardia dei boschi.
Nei primi mesi del 2014 Giuseppe purtroppo si ammala gravemente di un male incurabile, di quelli che non danno scampo e che costringono ad una lenta agonia: lui abituato ad essere tutto il giorno nell’orto o nei boschi, è costretto a rimanere a letto, chiudendosi dentro se stesso.
Pochi giorni prima di morire, chiama Carlo per parlargli. In una sorta di testamento “del trifulau” gli lascia in eredità i suoi tre cani Mara, Emy e Buk ma non solo. Infatti Notu chiede al giovane di portare avanti le sue idee e pensieri sul mondo dei tartufi e di impegnarsi nel trovare persone con le quali condividerle e metterle in pratica.
Save the Truffle nasce proprio da qui: concretizzare un’idea nata da un’ottantenne che con la lungimiranza legata alla sua grande passione, chiede ad un giovane e fidato amico di realizzare un suo sogno… grazie Giuseppe!
Edmondo Bonelli, 34 anni, naturalista per vocazione. La sua innata passione per tutte le discipline naturalistiche viene coltivata nei primi anni di vita con il sostegno dei suoi famigliari.
Si diploma enotecnico presso la storica “Scuola Enologica” di Alba nel 2001, con voti brillanti nelle scienze e nell’agronomia. Era noto a scuola il suo erbario che contava più di 400 piante, contro le 50 richieste dal corso.
Lavora per 4 anni come tecnico agrario nei vigneti, e poi si iscrive alla facoltà di Scienze Naturali di Torino e si laurea nel 2008.
Oltre alla botanica, alla micologia, alla pedologia e alla geologia coltiva la passione per la paleontologia.
Lavora alla scoperta di una serie infinita di fossili tra cui i noti “Mastodonte di Verduno” e la “Balena di Santa Vittoria”, ora conservati nelle ricchissime collezioni paleontologiche del Museo Civico Federico Eusebio di Alba.
È un attento conoscitore del territorio di montagna e delle colline di Langhe e Roero che percorre in escursioni a piedi o in mountain bike. Attualmente lavora da libero professionista come consulente ambientale occupandosi di viticoltura, nocciole e tartufi.
Essere un naturalista per passione è una grande fortuna, ma al tempo stesso comporta un senso di dispiacere di fronte al continuo danneggiamento dell’ambiente.
Emy e Buk:
il vero testamento del trifulau
Competenze

Professionalità

Passione

Cultura
“Se vogliamo evitare la scomparsa del tartufo, dobbiamo proteggere i boschi, smettere di inquinare i torrenti e mettere a dimora nuove piante tartufigene"
Giuseppe Giamesio - Trifulau